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Giobbe

  • A colui che è afflitto, l'amico dovrebbe mostrare clemenza,
    anche se egli dovesse abbandonare il timore dell'Onnipotente.
  • Ma io so che il mio Redentore, vive
    e che alla fine si leverà sulla terra.
  • Non mi sono allontanato dai comandamenti delle sue labbra,
    ho fatto tesoro delle parole della sua bocca piú della mia porzione di cibo.
  • Ma egli conosce la strada che io prendo;
    se mi provasse, ne uscirei come l'oro.
    Il mio piede ha seguito fedelmente le sue orme,
    mi sono tenuto sulla sua via senza deviare.
  • L'Onnipotente noi non lo possiamo raggiungere.
    Egli è sublime in potenza,
    in rettitudine e nella sua grande giustizia;
    egli non opprime alcuno.
  • Allora Giobbe si alzò, si stracciò il suo mantello e si rase il capo; poi cadde a terra e adorò, e disse: «Nudo sono uscito dal grembo di mia madre e nudo vi ritornerò. L'Eterno ha dato e l'Eterno ha tolto. Sia benedetto il nome dell'Eterno».
  • L'Eterno disse a Satana: «Ecco, tutto ciò che possiede è in tuo potere non stendere però la mano sulla sua persona». Così Satana si ritirò dalla presenza dell'Eterno.
  • Io avevo stretto un patto con i miei occhi;
    come potevo quindi fissare lo sguardo su una vergine?
  • Ecco, beato l'uomo che Dio castiga
    perciò tu non disprezzare la correzione dell'Onnipotente.
  • Quando Giobbe ebbe pregato per i suoi amici, l'Eterno lo ristabilí nel precedente stato; cosí l'Eterno rese a Giobbe il doppio di tutto ciò che aveva posseduto.